LE NUOVE DIPENDENZE DELL'ADOLESCENZA
- Davide Perego | Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche
- 19 mar
- Tempo di lettura: 4 min
“L'adolescenza non è solo una stagione della vita, ma una modalità ricorsiva della psiche dove i tratti dell'incertezza, l'ansia per il futuro, l'irruzione delle istanze pulsionali, il bisogno di rassicurazione e insieme di libertà si danno talvolta convegno per celebrare, in una stagione, tutte le possibili espressioni in cui può cadenzarsi la vita.”
Umberto Galimberti
L’adolescenza è da intendersi come una fase della vita posizionata temporalmente tra l’infanzia e l’età adulta, ha inizio con la pubertà e vede il verificarsi di importanti cambiamenti a livello fisico e psicologico.
In questa periodo complesso, l’adolescente vuole appartenere al gruppo dei propri pari per far sì che sostenga la nuova immagine di sé, che risulta instabile a causa dei cambiamenti fisici e delle pulsioni sessuali. Ci si interroga sulla propria identità senza il riferimento parentale che si aveva fino alla fanciullezza, provocando una crisi (definita nello specifico crisi adolescenziale) che influisce sull’autostima, che tendenzialmente in questa fase è più bassa, alimentando così comportamenti antisociali e disturbi alimentari.
È una fase in cui gli individui non si sentono più bambini, ma non si riconoscono nemmeno nel mondo adulto e questa insicurezza, caratteristica del periodo, può far cadere il giovane in dipendenze che lo trattengono nel limbo in cui si trova.
In generale la dipendenza è “un disturbo cronico, recidivante nel quale il soggetto va incontro a fluttuazioni cicliche di uso sostenuto e compulsivo della sostanza (o del comportamento) e periodi di astinenza di durata variabile”.
Come anticipato dalla definizione del DSM le dipendenze si suddividono in due macro categorie:
Dipendenze da sostanze
Dipendenze comportamentali
Sussman ha pubblicato nel 2012 uno studio in cui ha identificato dodici categorie di dipendenze allo scopo di chiarire meglio l’ampiezza dello spettro delle addiction:
dipendenze correlate all’uso di sostanze stupefacenti,
dipendenze correlate al cibo,
dipendenze correlate a comportamenti anti-sociali,
dipendenze che riguardano le tecnologie,
dipendenze che riguardano il gioco d’azzardo (Gambling),
dipendenze che riguardano le attività lavorative o la sfera sociale e relazionale,
dipendenze correlate alla ricerca della perfezione fisica,
dipendenze connesse alla tendenza a fantasticare,
dipendenze dall’esercizio fisico,
dipendenze dalle ossessioni spirituali,
dipendenze dalla ricerca del dolore fisico,
dipendenza dallo shopping.
Di seguito riportiamo i risultati dello Studio ESPAD Italia 2023, Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Fisiologia Clinica, in merito all’uso di sostanze stupefacenti tra i giovanissimi:
“Nel 2023 sono quasi 960mila i giovani tra i 15 e i 19 anni che riferiscono di aver consumato almeno una volta nella vita una sostanza psicoattiva illegale e oltre 680mila solo nel corso dell’ultimo anno (cioè, pari al 28% della popolazione studentesca).
Soffermandoci, poi, sul consumo circoscritto al 2023, esso riguarda non solo la cannabis (quasi 550mila studenti), ma anche le NPS come la chetamina (160mila), sostanze stimolanti come amfetamine, ecstasy e MDMA (quasi 150mila), allucinogeni (quasi 49mila), cocaina (quasi 54mila) e oppiacei come l’eroina (quasi 30mila), senza tralasciare il fatto che molti studenti riferiscono di aver consumato anche più di una sostanza psicoattiva (oltre 180mila).
Del pari degna di rilievo è anche l’età media dei consumatori che si abbassa, con specifico riferimento alla cannabis, scendendo anche al di sotto dei 14 anni.”
Sono ugualmente allarmanti i dati relativi alle dipendenze comportamentali in quanto avvengono in un’età dove la capacità di discernimento è limitata dal periodo di cambiamenti che il giovane fisiologicamente vive.
Secondo la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con un documento redatto con l’Istituto superiore di Sanità, si valutano come maggiormente insidiose in questi ultimi 5 anni per i giovanissimi le dipendenze da gioco d’azzardo, da internet, da videogiochi e da social media, che nel breve andremo a riassumere di seguito.
Il gioco d’azzardo ha come fine ultimo la vincita di denaro, il cui risultato dipende prevalentemente dalla variabile della fortuna piuttosto che dalle capacità del giocatore. Nonostante il divieto ai minori, il 29,2% degli studenti di 14-17 anni dichiara di giocare d’azzardo, con una netta maggioranza nel genere maschile.
L’internet addiction disorder (IAD) si riferisce a qualsiasi comportamento compulsivo correlato alla rete che interferisce con lo svolgimento delle attività quotidiane.
La prevalenza mondiale di IAD nella popolazione generale è stata stimata intorno al 14,22%.
La Dipendenza da videogiochi (Computer Addiction), non va confusa con l’utilizzo che normotipicamente i giovani fanno dei propri dispositivi, ma è una patologia caratterizzata da una pratica ossessiva di game, online e offline.Lo studio HBSC (Galeotti et al., 2024), realizzato su un campione di studenti e studentesse di 11, 13, 15 e 17 anni ha rilevato una prevalenza media di GD tra i maschi del 22,1% e del 14,8% tra le femmine. Il GD sarebbe più diffuso tra i maschi di 11 anni (27,3%) e di 13 anni (25,1%) per poi decrescere con l’aumentare dell’età.
La social media addiction, è classificata come dipendenza dalle relazioni virtuali ed è caratterizzata da un bisogno non controllabile di accedere e condividere contenuti in maniera totalmente compulsiva tanto da compromettere un sano equilibrio.
Lo studio ISS sulle dipendenze comportamentali nella Generazione Z (Mortali et al., 2023) ha mostrato una prevalenza di SMA nella popolazione di studenti tra gli 11 e i 17 anni pari al 2,5%. Secondo questo studio, la prevalenza è maggiore tra gli studenti tra i 14 e i 17 anni (2,7%).
Sono molteplici le dipendenze, oltre a quelle sopra descritte, che possono cogliere i giovani, spesso per sfuggire da una realtà che non li soddisfa pienamente, gattostizzito per questo desidera comunicare con loro, facendo sì che attraverso l’empatia vengano compresi e spinti ad adottare stili di vita equilibrati.
Sarebbe utile fare nostre le parole di Griffiths, psicologo contemporaneo, che in merito alle dipendenze ha affermato: “La differenza tra un sano entusiasmo, sebbene eccessivo, e la dipendenza patologica è che i sani entusiasmi arricchiscono la vita, mentre le addiction la impoveriscono”.
Davide Perego
Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche
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