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Davide Perego | Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche

Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Non so come facciano le mamme a vivere quando le figlie tardano a tornare”.

Queste sono le parole di Letizia Marcantonio, la mamma di Rossana Jane Wade. Uccisa dal fidanzato a 19 anni.


Una casa buia senza felicità, gioia non se ne provava…sempre e solo paura.

Queste sono le parole di Simona Savalli, figlia di Maria Anastasi. Uccisa dal marito a 39 anni al nono mese di gravidanza.


Senza felicità.


Gioia non se ne provava.


Sempre e solo paura.


Una donna non deve MAI avere paura.

È un assunto semplice, scontato, ma è giusto prendere atto che per molte donne non sia così.

Vivono nella paura, che uno sguardo si possa trasformare in minaccia, una carezza in violenza, una stretta in morte.


Paola Di Nicola Travaglini, giudice che da anni si dedica a sensibilizzare i membri della magistratura dice: “Ci sono colleghi e avvocati che faticano a riconoscere che i femminicidi affondino le proprie radici nel modo in cui la società struttura i rapporti tra uomini e donne. Molti, per pregiudizio o per ignoranza, sostengono che gli assassini abbiano agito in preda a raptus, per gelosia, perché la donna “era una poco di buono” o “era una ribelle”. La violenza di genere – dice – è come la mafia: la donna si trova in un identico contesto di omertà, rifiuto, negazione. Ecco perché è indispensabile la formazione, nei tribunali, come nelle scuole e nelle università.


In questa giornata penso sia utile fermarsi e pensare a cosa sia possibile fare in prima persona per essere supporto sincero e aiuto concreto.


La concretezza è l’anima di gattostizzito, un eroe al fianco di ogni donna e uomo che lotta per un mondo nonviolento, che prova a dare dignità alla società andando dai futuri adulti, le nuove generazioni, per far comprendere loro quanto la violenza fisica, psicologica e verbale non sia mai la soluzione,

perché la violenza non ha mai ragione.


La violenza lascia dietro sé solo dolore e ricordi che rischiano di sbiadirsi, immobili, trattenuti soltanto da cornici silenziose appese ai muri.


La violenza lascia vestiti che non verranno mai più indossati, chiusi in un armadio e impolverati.


La violenza lascia silenzio.


Ma noi NO! Noi comunichiamo ai giovani, comunichiamo alle scuole, comunichiamo alle associazioni sportive che la nonviolenza è la giusta risposta ai conflitti, sostenendo nel contempo le pulsioni della fanciullezza e il bisogno innato dell’essere umano alla Socializzazione!

Chiediamo a ognuno di voi di non voltarsi mai dall’altra parte di fronte a un atto di violenza, supportandoci, aiutandoci concretamente a veicolare i nostri messaggi così che possano insegnare a chi li ascolterà che la violenza non è MAI una soluzione!


Perché un mondo senza violenza non solo è migliore, ma è anche possibile.


Condivido in chiusura un pensiero di Marco Sancandi, “orfano speciale” il cui padre uccise la madre, per aiutarci a comprendere che nonostante siano passati 40 anni, il dolore è vivo, concreto, pulsante, nella speranza che il suo dolore, che mai si potrà sopire, possa far nascere in noi la consapevolezza che la violenza porta solo morte…


Mio padre mi ha ucciso la vita… Dicono che l’abbia uccisa per gelosia, ma a me questa risposta non soddisfa perché è un tentativo di spiegare quanto è successo.

Peccato che non ci siano ragioni dietro alla violenza.

Dietro alla violenza non c’è niente.


Dietro alla violenza non c’è niente.


Davide Perego

Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche

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